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Arriva “E…state al Wood” Fregene 2021 con la direzione artistica di Claudia Campagnola

“Il Teatro è un artigianato”. Il regista lavora e ascolta. Aiuta l’attore a lavorare e ascoltare. Ecco la guida. Ecco perché un processo di cambiamento non è un processo di confusione, ma di crescita. Ecco la chiave, ecco il segreto. Come vedete non ci sono segreti”
LA PORTA APERTA, PETER BROOK

Al Parco Avventura di Fregene approda la terza stagione di risate, emozioni e note: “E…state al Wood”, rassegna diretta da Claudia Campagnola.

In totale 8 spettacoli, 8 venerdì, dal 9 Luglio al 27 Agosto, che daranno vita alle magiche notti d’estate di turisti, residenti e pendolari. Tanti gli artisti in cartellone tra cui Debora Caprioglio, Greg, Max Paiella, Claudia Campagnola, Marco Morandi, Michele La Ginestra, Piji.

Quest’anno più che mai, c’è il bisogno di dare un segnale forte, c’è l’urgenza di dimostrare che questo settore non si arrende, c’è la voglia di difendere la missione del teatro e della cultura in genere e c’è il desiderio di dare la possibilità alle persone di fruire e condividere emozioni e momenti spensierati, nel rispetto delle regole rese necessarie dal momento di crisi che stiamo attraversando, offrendo la massima sicurezza.

L’obiettivo è quello di organizzare eventi culturali e di creare aggregazioni (ma non assembramenti) nel territorio di Fregene e dintorni, con l’intento di valorizzare la bellissima riserva del Parco Avventura, un vero e proprio MONUMENTO NATURALE, un patrimonio prestigioso, si stima infatti che la sua pineta sia la più vetusta dell’area del mediterraneo, con ben sette pini di età maggiore di 200 anni. 

La rassegna aprirà il 9 luglio, riproponendo, a grande richiesta, “Chiamatemi Mimì”, un monologo musicale, omaggio a Mia Martini, scritto da Paolo Logli, con Marco Morandi e Claudia Campagnola, con un nuovo allestimento di Norma Martelli e prodotto da Palco Reale.

Poi sarà la volta di Michele la Ginestra con “M’accompagno da me” che il 16 luglio emozionerà e divertirà la platea di Fregene con un crocevia di personaggi, tutti legati da un minimo comun denominatore: i reati previsti dal Codice penale.

Il 23 luglio ci sarà Claudio GREG Gregori con il divertente spettacolo “The Humor Swing”, accompagnato dalla musica di Attilio di Giovanni, Giulio Scarpato e Giovanni Campanella.

Claudia Campagnola

Il 30 luglio il Duo Italia, composto da Claudio GREG Gregori e Max Paiella, salirà sul palco della rassegna con “Apoftegmi musicali”, canzoni e dialoghi comici, in cui i due protagonisti ironizzeranno sui rapporti interpersonali in modo surreale, assurdo e grottesco.

Il 6 agosto va in scena “40 Rino” omaggio a Rino Gaetano. Si celebrano così i quarant’anni dalla scomparsa del grande cantautore. Protagonista la tribute band i Rinominati.

Il 13 agosto a colorare la serata pre-Ferragosto ci sarà Piji  con la sua “The Emmet Ray Manouche Orkestra”, con lospettacolo omaggio a Django Reinhardt e Woody Allen.

Il 20 agosto sarà la volta di un omaggio al grande Federico Fellini, affettivamente legato a Fregene, con “In viaggio con Fellini” di e con Francesco Sala, con Claudia Campagnola e con la partecipazione speciale di Silvia Siravo.

Il 27 agosto, dulcis in fundo, Debora Caprioglio chiuderà la rassegna con la sua “La locandiera – sogno teatrale” proposta in anteprima nazionale.

IL PROGRAMMA

9 LUGLIO ORE 21.30

Claudi Campagnola e Marco Morandi

Palco Reale
presenta
CHIAMATEMI MIMÌ
monologo musicale di Paolo Logli
con Claudia Campagnola e Marco Morandi
regia Norma Martelli

Apre la terza edizione del Festival “E…state al wood” lo spettacolo “Chiamatemi Mimì” di Paolo Logli, che celebra la grande artista Mia Martini attraverso un percorso intimo, privato, sussurrato sul filo dei ricordi d’infanzia, del batticuore e delle pazzie della sua giovinezza. È anche, a tratti, l’urlo lacerante del dolore di una donna che ha saputo donarci alcune delle interpretazioni più intense degli ultimi decenni. Protagonista la coppia affiatata composta da Claudia Campagnola e Marco Morandi.

Un monologo musicale che racconta quelle canzoni immortali che stanno nel cuore di tutti noi, da “Piccolo Uomo” a “Minuetto”, da “La costruzione di un amore” ad “Almeno tu nell’universo”, viste come tappe di una vicenda umana prima ancora che di una carriera canora. L’intensa recitazione è affidata a Claudia Campagnola, capace di cogliere e far vibrare le disparate corde dell’animo di Mia Martini, e le note dei brani e il canto sono interpretati dalla voce maschile di Marco Morandi. Un viaggio nell’anima di una signora della canzone e nei fragili sentimenti di una donna troppo innamorata dell’amore.

Mia Martini, prima ancora che una delle più grandi artiste italiane, è un’icona di donna. Una pantera sul palco, nel modo di azzannare la vita, nella sfrontatezza orgogliosa con cui ha ostentato la sua libertà umana ed anche sessuale, ma insieme capro sacrificale, vittima designata dell’amore e degli uomini. Di incontri sbagliati, tanto sbagliati che ogni tanto viene la voglia di chiedersi se non sia lei, quella sbagliata. Vittima di un dolore antico, che affonda le radici nell’infanzia, e lascia cadere le sue ombre sulla sua maturità e sulla sua fine.

Mimì donna ferita, donna orgogliosa, vittima di indecenti maldicenze, additata come porta sfortuna, uccisa professionalmente dalle male lingue. Mimì che si ribella sul palco di Sanremo, cantando tutto il suo dolore e la sua rabbia, e neppure quella volta vince. I suoi ricordi d’infanzia, le feste di piazza in Calabria, il primo provino a Milano, gli anni hippy di gioia e di amore libero, a fianco di Renato Zero e sua sorella Loredana. L’angolino del cuore di ognuno di noi, sulle note di canzoni che nel cuore ci abitano, e non se ne vanno più.

NOTE D’AUTORE
«Sono anni che ho in mente di realizzare questo lavoro, anche se non sono il primo a scrivere di Mimì. Ma ho sempre pensato che quello strano mix tra dolcezza e rabbia, tra grinta ed insicurezza, che ho conosciuto in Mia Martini dovesse essere raccontato.
Ho conosciuto Mimì a Sanremo, l’anno di Almeno tu nell’universo, era il 1992. L’ho conosciuta, per così dire, su un crinale della sua vita, in equilibrio tra un periodo molto buio, figlio della meschinità della gente e di alcuni colleghi, e la sua voglia di ripartire, di gridare, di riprendersi quello che era suo di diritto. Ai tempi lavoravo ad Uno Mattina e curavo la pagina musicale. Era il periodo dei primi videoclip italiani e decidemmo di realizzarne uno ad hoc per la trasmissione, anche perché Mimì non ne aveva uno. Girammo a Roma, tra Caffè Greco, via dei Condotti, Circo Massimo, ed ebbi il privilegio di passare qualche giornata insieme a lei. Sul set capitano i momenti di attesa, riuscimmo a scambiare qualche parola e qualche piccolo racconto. Mi colpì la sua malinconia sotterranea e quella sua risata che scoppiava improvvisa, senza preavviso. Tutto questo è finito nel testo. Non posso dire di averla conosciuta approfonditamente, ma di certo di quei giorni ricordo alcune frasi, alcune espressioni degli occhi, che ho conservato: i suoi erano gli occhi di una pantera ferita. Mimì era una donna con una grinta d’acciaio, attraverso la quale trapelava un grande dolore. In parte antico, starei per dire genetico. In parte, di certo, nato nei suoi rapporti travagliati con gli uomini della sua vita.
È come se ci fosse una somma di ferite, che messe insieme non fanno mai una ferita grossa. Quella grossa sta probabilmente nel cuore, è segreta e possiamo solo intuirla. E in superficie, alla vista di tutti, c’è quella immonda campagna denigratoria che alcuni, che hanno nomi e cognomi, hanno imbastito contro di lei. Non sono nuovo al monologo ed in particolare a quello musicale, ma questo ha per me un motivo di emozione in più: Chiamatemi Mimì, infatti, è un percorso intimo, privato, che va dal sussurro del ricordo condiviso con pudore, al grido, alla rabbia, alla voglia di riscatto… e alla rassegnazione, anche, in alcuni momenti. Ed è il mio personale atto di amore per la più grande interprete italiana di tutti i tempi.
Infine voglio dire che è bello lavorare con Claudia e Marco. Ci abbiamo provato già altre volte: con Claudia abbiamo messo in scena “Un attimo prima” lo scorso anno, e comincio a conoscere davvero bene le sue corde e le sue possibilità, che sono tante. È come suonare una bella chitarra, dalle corde morbide e sonore: un piacere. Con Marco ce la facciamo finalmente, dopo molti tentativi. Lasciatemi dire che ha un grande coraggio e una bella sicurezza dei suoi mezzi di grande artista: ha osato là dove molte sue colleghe hanno avuto paura, e lo ha fatto mettendo in campo tutto il suo spirito delicato e la sua sapienza armonica. Sarà di certo una bella sorpresa emozionante per tutti. Anche perché sono convinto che sia bello sentire come quei brani storici, quelle canzoni di Mimì vengano cantate da un uomo»
Paolo Logli

16 LUGLIO ORE 21.30

M’ACCOMPAGNO DA ME
scritto e intrepretato da MICHELE LA GINESTRA
Regia ROBERTO CIUFOLI

In “M’accompagno da me” l’attore Michele La Ginestra si ritrova “recluso” su un palco abbandonato, che per magia del suo amico “teatro”, si trasforma in un’improbabile aula giudiziaria, nella quale vedremo passare avvocati, imputati, incredibili personaggi delle favole, persino un prete… tutti intenti a dialogare con un giudice immaginario, non tanto dei reati commessi, ma delle loro problematiche esistenziali.

Lo spettacolo riserva momenti di rara comicità, di gioiosa spensieratezza, ed anche, come è d’uso, di momenti di riflessione; grazie all’attenta e brillante regia di Roberto Ciufoli,che mette ordine in questo viaggio tra un’umanità variegata, grazie alla forza trascinante della musica ed al gioco delle atmosfere, è associurata un’ora e mezzo di puro e raffinato divertimento.

“M’accompagno da me”non è solo un one man show, ma uno spettacolo coinvolgente, che vuole regalare grandi risate, sorrisi, e perché no, anche un po’ di commozione, a chi ha deciso di passare una serata in compagnia del Teatro.

Michele la Ginestra è conosciuto al grande pubblico per le sue apparizioni televisive in fiction, programmi di intrattenimento e celebri spot pubblicitari. Ha condotto di recente su TV2000 il programma “Questa è vita!” con Arianna Ciampoli.

Ha partecipato a svariate pellicole cinematografiche anche se rimane soprattutto un protagonista della scena teatrale. Dal 1997 è il direttore artistico del Teatro 7 di Roma.

23 LUGLIO ORE 21.30

Claudi Greg Gregori e Attilio Di Giovanni

THE HUMOR SWING 
con
Claudio Greg Gregori voce
Attilio Di Giovanni pianoforte
Giovanni Campanella batteria
Giulio Scarpato contrabbasso

Greg sul palco di “E…state al wood” si presenta rigorosamente in smoking, affrontando spavaldo il repertorio dei crooners, con gag e lazzi, garbo e swing tra brani più o meno celebri.

Si esibiscono al suo fianco musicisti strepitosi e comunicativi: Attilio Di Giovanni alpianoforte, Giovanni Campanella allabatteria e Giulio Scarpato al contrabbasso. Afferrano le musiche con divertita sapienza e le mescolano in cocktail sonori di ritmi ed armonia.

Con “The humor swing” si ricorda il jet-set degli anni ‘50 e ‘60, che indicava ironicamente l’alta società internazionale, abituata a viaggiare in jet. Erano anni in cui l’aeroplano era un lusso. Anni in cui ogni ragazza avrebbe voluto essere un’hostess ed ogni uomo sposarne una. Anni in cui in aereo si poteva bere champagne e fumare allegramente. Erano gli anni in cui impazzavano i crooners e a Las Vegas potevi assistere allo show di Dean Martin o Frank Sinatra con le orchestre di Count Basie o di Nelson Riddle…

Ironizza la compagnia: Beh, non siamo a Las Vegas e non sono quegli anni, non c’è Count Basie, né Nelson Riddle, ma il Greg Pack vale la pena vederlo. C’è la stessa atmosfera rilassata ed elegante, vagamente snob, seppur autoironica e carica di Swing. No, non è come un concerto a Las Vegas. Ma costa pure un botto di meno!

30 LUGLIO ORE 21.30

Max Paiella

APOFTEGMI MUSICALI
scritto, diretto e interpretato da
CLAUDIO GREG GREGORI e MAX PAIELLA

Il 30 luglio ad “E…state al Wood” arriva l’esilarante Duo Italia con due grandi artisti: Claudio GREG Gregori e Max Paiella, campioni di humor e comicità. Propongono “Apoftegmi musicali” tra ammennicoli vari e orpelli a caso. Si parte dalle crude e mortifere liriche della canzone romanesca e si arriva alla spigolosità del country e alla malinconia del blues, passando per brani greci, romeni, hawaiani, messicani e cubani. Si va oltre con canzoni originali e spiazzanti e letture di apoftegmi, parabole e racconti di improbabili disavventure. Un’ora e mezza di follia freniatrica e bizzarra che contagia come un gas esilarante.

Il Duo Italia nasce nel secolo scorso, attorno al 1995, dalle scellerate menti di Claudio Gregori e Max Paiella, senza un valido motivo se non quello di divertirsi come due vecchi amici armati di buon vino e chitarre. Negli anni si forma uno spettacolo grottesco, psichedelico e assai variopinto in cui Greg e Max diventano i menestrelli di un gioco dell’oca intorno al mondo, per dissacrare affettuosamente la musica dell’intero globo terracqueo.

Massimiliano “Max” Paiella è un autore, attore, imitatore e musicista con lunga e provata carriera teatrale, televisiva e radiofonica. Molte avventure le ha trascorse in compagnia di Greg; a teatro (“The Blues Brothers – Il Plagio” “Chi Erano i Jolly Rockers?” “Rockandrollogy”), in televisione (“BRA – Braccia Rubate all’Agricoltura” “Mhhh!” “Bla Bla Bla” “Telenauta 69”) e in radio (“610”). Da più di dieci anni è mattatore in compagnia di Marco Presta e Antonello Dose ne “Il Ruggito del Coniglio” su Rai Radio 2.

Claudio “Greg” Gregori è un musicista, autore, attore e fumettista in attività da oltre 40 anni (Musica); circa 36 anni (Fumetto); 26 anni (Teatro). Ha scritto e interpretato una ventina di spettacoli teatrali, ha collezionato più di quattromila concerti, ha pubblicato una decina di album musicali, ha partecipato a dieci film, a vari programmi televisivi e da diciotto anni conduce con Lillo la trasmissione “610” su Rai Radio 2.

6 AGOSTO ORE 21.30

Ass. cult. Rondini
presenta

40 RINO
Musiche dal vivo eseguite da I RINOMINATI
con
Federico D’Angeli voce e chitarra
Giorgio Amendolara piano e tastiere
Menotti Minervini basso
Andrea Ravoni chitarra elettrica
Yuri Carapacchi batteria

Nel 2021 ricorre il quarantesimo anniversario della scomparsa del grande cantautore Rino Gaetano che viene celebrato con una serata all’insegna della sua musica.

Sul palco di “E…state al Wood” la band di Marco Morandi, i RinoMinati, si esibiscein uno stupefacente tribute show che ne ricorda le tante canzoni di successo, i testi ironici.

Presenti Federico D’Angeli (voce e chitarra), Giorgio Amendolara (tastiere), Menotti Minervini (basso), Andrea Ravoni (chitarra elettrica) e Yuri Carapacchi (batteria).

Scopriamo attraverso i brani musicali la vita di uno dei cantautori italiani più amati e discussi, che ci ha lasciato un patrimonio di canzoni che colpiscono ancora oggi, a distanza di anni, per la propria modernità musicale e testuale.

Tra le tante canzoni potremo ascoltare “Tu… forse non essenzialmente tu”, “Cogli la mia rosa d’amore”, “Aida”; “Sfiorivano le viole”; “Spendi, spandi, effendi”, “Sfiorivano le viole”, “Escluso il cane”, “E cantava la canzone”, “Sei ottavi”, “Mio fratello è figlio unico”, il medley dedicato alle donne “Gianna”, “Maria Berta”; immancabili poi i brani “Nuntereggae più”; “Ma il cielo è sempre più blu” e “A mano a mano”.

13 AGOSTO ORE 21.30

Piji – ph Tamara Casula

PIJI & THE EMMET RAY MANOUCHE 4ET
in concerto
con
Piji – voce, chitarra ritmica
Gian Piero Lo Piccolo – clarinetto Moreno Viglione – chitarra solista Augusto Creni – chitarra solista Gabriele Giovannini – chitarra solista Gianfranco Malorgio – chitarra ritmica Renato Gattone – contrabbasso – Giuseppe Civiletti – contrabbasso

La nuova orchestra The Emmet Ray Manouche 4et, ideata dal cantautore romano Piji, omaggia Emmet Ray, il personaggio inventato da Woody Allen ed interpretato da Sean Penn nel film “Sweet and Lowdown” (“Accordi&Disaccordi”), a sua volta ispirato al chitarrista jazz francesce Django Reinhardt che inventò il genere “jazz-manouche” nella Parigi degli anni Trenta.

Sul palco di “E…state al Wood” la reunion dei principali esponenti romani del genere gipsy-jazz con otto musicisti (due contrabbassi, quattro chitarre, un clarinetto, una voce). Durante la serata saranno proposti il repertorio jazz manouche ed i brani dello stesso Django con alcuni intermezzi cantati, in grado di spaziare dai tradizionali standard del genere fino alla musica italiana più attuale. Un ricco cocktail di colori e repertori diversi, che, con raffinatezza e allegria, virtuosismo e passione, regala a chi ascolta un entusiasmo contagioso.

The Emmet Ray Manouche Orkestra

Emmet Ray è il musicista manouche per antonomasia. Nottambulo e poetico, con la chitarra sempre in mano, una sigaretta o un whisky nell’altra ed una vera e propria venerazione per Django Reinhardt.

La “Emmet Ray Manouche Orkestra” è stata ospite dell’Edicola Fiore di Fiorello, ha tenuto un grande concerto per il Festival del Jazz Tradizionale di Lanciano ed ha avuto una prima romana al Cotton Club registrando sold out. Dal febbraio 2016 è stata resident al club Vinile di Roma ed ha suonato in molti locali a Roma e in giro per l’Italia.

Piji è un cantautore romano, attivo da diversi anni sulla scena italiana di ambito pop, jazz e indie. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni discografiche tra EP, singoli e dischi corali, un’incessante attività live che lo ha portato negli ultimi anni a suonare nei più prestigiosi palchi italiani, 18 premi vinti tra rassegne e riconoscimenti vari, quattro presenze alla Rassegna Premio Tenco di Sanremo e un importante numero di partecipazioni televisive e radiofoniche.

Sosteneva Woody Allen: “Perché Emmet Ray? Perché è molto interessante. Per me Emmet Ray è un personaggio affascinante. Ero un suo grande fan quando ero più giovane, lo trovavo assolutamente eccezionale come chitarrista. Ed era buffo, cioè, ecco non so, forse buffo è sbagliato, diciamo che era patetico, era iperbolico, era, non so, era volgare, molto sgradevole”.

20 AGOSTO ORE 21.30

SIlvia Siravo

Gl’Incamminati
presenta

IN VIAGGIO CON FELLINI
Scritto, diretto e interpretato da Francesco Sala
Ideazione e collaborazione alla regia Viola Pornaro
e con la partecipazione di Claudia Campagnola e Silvia Siravo
Antonio Nasca pianoforte
Anna Petrosino costumi
Francesco Barbera luci e fonica

Trascorsi i cento anni dalla nascita di Federico Fellini, Francesco Sala ne rende omaggio con lo spettacolo da lui scritto, diretto e interpretato. Sulla scena anche Claudia Campagnola e Silvia Siravo, accompagnati live dalla musica di Antonio Nasca.

Nella pièce si immagina una libera conversazione tra un Federico giovane e un Fellini più adulto, prendendo spunto da alcuni suoi racconti inediti e da alcune interviste rilasciate. Nello spettacolo Sala omaggia l’incontro con le parole di Fellini che disegnano il suo mondo reale e fantastico; il gioco della vita e dell’arte, il sortilegio, i sogni, le premonizioni, il rapporto con la scaramanzia e il paranormale. Le storie narrate con fascinoso linguaggio fanno di lui anche un affabulatore sorprendente, mentre si sofferma su svariati temi: viaggi, sogni, incontri casuali, facce, donne, il mangiare, i piaceri e le bugie. Si tratta di un viaggio con fermate improvvise, canzoni, note, squarci d’orizzonte, bozzetti, precipizi dell’inconscio dal sapore circense.

Si ricorda anche il particolare legame tra il maestro e Fregene. “Fregene – soleva dire Federico Fellini – è per me come la genesi… quando finalmente giunsi presso la spiaggia restai con il fiato sospeso. Un mare di un azzurro puro merlettato di creste bianche, ma che all’improvviso trascolorava diventando verde, blu notte, rosso fuoco o rosso vino, come il mare cantato da Omero o dipinto da Giorgio de Chirico. Poi una spiaggia lunghissima, deserta, polinesiana sulla quale si rincorrevano le dune, fra solitari capanne di paglia. Poi una pianura sterminata, a perdita d’occhio, vibrante del frastuono delle cicale, Che sembrava il fotogramma di un film di Kurosawa, una landa del suo Giappone medievale”.

Spiega il regista Francesco Sala: “Chi ama Fellini ha con lui una conversazione continuamente, direi medianica, fatta di amore, discrezione, delicatezza, visioni, rispettose domande sulla creatività e la libertà dell’artista. Il nostro omaggio lascia parlare il Maestro dei temi a lui più cari: Roma, Rimini, la provincia e la città, le donne, i sogni, il circo e quella baracca (così definiva il suo cinema). La nostra è appunto una libera conversazione senza censure, un sentito omaggio al sommo regista burattinaio, che con la sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto in tutti quelli che amano la sua arte e il suo genio”.

Prosegue Sala: “Il viaggio di Fellini, a cent’anni dal suo compleanno, non ha inizio, né fine. Fellini ha saputo incontrare scienza, tecnica del cinema con la magia, tra razionalità e fantasia. Attraversiamo i suoi ricordi abbandonandoci alla seduzione del mistero. La menzogna e la finzione per lui sono sicuramente più affascinanti della verità.

L’unica cosa che vogliamo trasmettere è l’emozione nel ricordarlo. 100 di questi Fellini Meno uno! Sono appena trascorsi i Cento Anni dalla nascita di Federico Fellini, ed è subito aria di festa. Sono giunte notizie di mostre, pubblicazioni, rassegne, convegni, manifestazioni e iniziative di ogni genere in onore dell’artista contemporaneo italiano più conosciuto nel mondo. Ma forse non altrettanto amato in patria, dove dietro il velo dell’ammirazione universale continua a serpeggiare una incomprensibile diffidenza, una sorda ostilità. Tutti lo negheranno, perché Fellini è Fellini, indiscutibile, eppure sotto sotto… Sembra quasi un paradosso, è come se la sua fama ne offuscasse in qualche modo il valore, la vera grandezza. Fellini è una figura talmente nota che ognuno crede di conoscerlo, sebbene in pochi abbiano familiarità con i suoi film, se si escludono i successi popolari come I Vitelloni, La Dolce Vita, Amarcord. Ci sono alcuni che affermano di amare soltanto le prime prove, perché meno intellettuali; altri, più acculturati, incensano Otto e Mezzo, Satyricon, Casanova, spesso senza averli visti, e in ogni caso senza sforzarsi di approfondirne la complessità. Altri ancora rifiutano in blocco tutta l’ultima produzione liquidandola come manierista, ridondante, concettosa. Non lo dicono apertamente, non si azzardano per non apparire superficiali, ma lo pensano e lo fanno capire. E se appena incontrano un complice, affondano la lama con acido compiacimento o simulato rammarico: era un regista finito, nessuno voleva più finanziarlo! Affermazioni avventate, da rotocalco scandalistico, che passando di bocca in bocca si impalcano a stanche verità. Se solo sospettassero quanto grande sia stato il genio di cui parlano con tanta accidiosa noncuranza.

NOTE DI REGIA – Un set cinematografico, semplice, spoglio. Uno schermo bianco cinematografico, due stativi con dei proiettori montati alle estremità, una sedia da regista con un megafono a terra, delle valigie di cartone posate da un lato. E si materializzerà Federico Fellini, come animatore di un happening, medium di una seduta spiritica cialtrona, istrionica, buffonesca, in maniera sorniona, autorevole, malinconica, inedita, ci racconterà episodi nuovi suggestivi, accostamenti, idee, sogni, progetti in parte realizzati in parte no. Sarà come dice il titolo dello spettacolo: come fare un viaggio di un’ora e dieci con lui.
IL CONTRIBUTO DI BRIVIDO POP – Sullo schermo bianco verranno proiettate opere di Marco Innocenti (BrividoPop) che si innestano perfettamente nell’immaginario sbrindellato, sfavillante, magico del Maestro. Sono decollage, manifesti strappati, interventi postmoderni, schizzi, caricature, fumetti, immaginari passati presenti e futuri. Anita Ekberg, Mastroianni, Giulietta Masina, gli amati clown, Pablo Picasso, e poi Napoli, Totò, il varietà, le compagnie girovaghe, le ballerine di Macario, i Vitelloni, la Strada, Roma, Amarcord, la Dolce Vita, Satyricon, Intervista e Ginger e Fred.
Francesco Sala

27 AGOSTO ORE 21.30

Debora Caprioglio

Generazioni spettacolari
presenta

LA LOCANDIERA – SOGNO TEATRALE
con DEBORA CAPRIOGLIO
Da Goldoni e Molierè
regia Tiziana Biscontini

In anteprima nazionale debutta “La locandiera – sogno teatrale” con protagonista assoluta Debora Caprioglio, diretta da Tiziana Biscontini, ultimo appuntamento di “E…state al Wood”, in scena il 27 agosto.

È un assolo teatrale nato dalla fusione tra La Locandiera, scritta da Carlo Goldoni nel 1750, e il Don Giovanni di Molière, commedia rappresentata per la prima volta nel 1665.

In scena un personaggio decisamente moderno e attuale: Mirandolina, donna dalle mille sfaccettature, ricca di sfumature, imprendibile. Intelligente, scaltra, ironica, libera, indipendente e con un grande potere seduttivo.

La sua personalità si confonde con quella di un personaggio altrettanto famoso: il Don Giovanni, che conquista senza amore, con freddezza, con una strategia ben precisa, che ama la trasgressione e il piacere, affermando così il gusto estetico del vivere, superando in tal modo la visione goldoniana che conclude il personaggio di Mirandolina in un senso evidentemente etico.

Sottolinea la regista Tiziana Biscontini: La mia “Locandiera” vuole tradurre e di conseguenza tradire il personaggio convenzionalmente definito; quindi metto in scena una donna dal profilo fortemente inafferrabile, ma che si distanzia dall’aspetto tragico del Don Giovanni mozartiano, esaltando invece quelle prerogative ludiche, vitali, istintive e della spietata seduzione che diventano tipiche di un carattere senza dubbio femminile”.

Parco Avventura Fregene SRL
Via della Veneziana snc – 00054 – Fregene (RM)
Spettacoli ore 21.30
prezzo biglietti: 15 € intero – ridotto bambini (entro i 14 anni) 5€
possibilità di cena entro le ore 21 con prenotazione obbligatoria
per info e prenotazioni 3202427511
www.parcoavventurafregene.it

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