Teatro

Dal 14 al 16 novembre 2023 al Teatro Nazionale di Genova: “FAVOLA” della Piccola Compagnia della Magnolia

FAVOLA

Testo di Fabrizio Sinisi
Ideazione, regia, scene, costumi Giorgia Cerruti
Con Giorgia Cerruti e Davide Giglio
Assistente alla regia Raffaella Tomellini

Disegno luci, elaborazione scenotecnica Lucio Diana

Aiuto regia video, fotografia, montaggio Giulio Cavallini

Musiche, sound design, fonica Guglielmo Diana
Tecnico di Compagnia Marco Ferrero
Responsabile organizzativo Angelo Pastore

Segretaria di compagnia Emanuela Faiazza

Uno spettacolo di Piccola Compagnia della Magnolia, in coproduzione con TPE/Fondazione Teatro Piemonte Europa, CTB/Centro Teatrale Bresciano, Teatro della Città/Catania, Gli Scarti-Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione/La Spezia, con il sostegno di TAP/Torino Arti Performative, con il supporto in residenza di Sardegna Teatro, Dracma Centro Residenze (RC), Claps Circuito Lombardo (BS)

FAVOLA è il primo spettacolo del “Progetto Vulnerabili”, una trilogia a cura di Piccola Compagnia della Magnolia che vede lavorare insieme Fabrizio Sinisi alla drammaturgia e Giorgia Cerruti alla regia e in scena con Davide Giglio. Progetto che, dal 2022 al 2024, indagherà il tema dell’umana vulnerabilità rispetto ai ricordi, all’ingiustizia, alle apparenze.

Scritto nel 2020, FAVOLA viene definito dai suoi autori come “tragedia da camera contemporanea”, una storia che vede una coppia, G. e D., chiusa in una stanza. Sul palco – luogo del reale – i protagonisti ripercorrono ogni giorno le favole del proprio dolore, i racconti di ciò che li ha segnati, nell’arco esistenziale che sta tra il reale e il rimosso, tra il sonno e la veglia. Il soggetto è un libero richiamo al “Calderòn” di Pier Paolo Pasolini, cui lo spettacolo è infatti idealmente dedicato. Il ponte di accesso a questa via oscura è un grande schermo che invade lo spazio: siamo dentro al cranio di G., il luogo della trasformazione, il setaccio della memoria di sequenze perdute.  La donna inscena tre racconti, tre sogni, ognuno dei quali si verifica in un diverso momento della storia umana: a Londra nel 1617, a Parigi nel 1793, nella contea di Boone nel 1856. In ogni episodio la coppia è protagonista di una violenza, una sopraffazione dell’uomo sulla donna, del potente sull’inerme. Ogni trasformazione è un punto di snodo della modernità occidentale, un momento chiave per capire la contraddittoria identità del presente. Ma ogni sogno è anche un enigma attraverso cui si nasconde la ferita della donna, che attraverso questi racconti prova a toccare il trauma del suo passato: una figlia, nata dall’amore della coppia, di cui fin dall’inizio viene annunciata la presenza, ma che misteriosamente non si vede mai.  “Favola” restituisce l’attraversamento di territori a cavallo tra realtà e immaginazione, tra pubblico e privato, attraverso l’osmosi tra i linguaggi del teatro e del video. Fabrizio Sinisi ha scritto questo testo visionario, poetico e politico insieme a partire da elementi biografici di Giorgia Cerruti e Davide Giglio: una danza a due, un rito laico attraverso cui una giovane coppia, nello specchio della propria relazione, mette radicalmente in discussione la giustizia della società attuale. Lo spettacolo sarà in tour fino a maggio 2023.

NOTE DI REGIA

“La memoria… è una questione centrale nella mia vita: perdo sistematicamente il ricordo degli accadimenti negativi, conservo memoria di espressioni o odori remoti… e ad esempio trattengo il ricordo dei copioni per sempre. Ho perso la memoria verso i 5 anni a seguito di un incidente e di un coma; ho smarrito poco passato, è vero, ma credo fossero attimi a me cari vissuti con i miei genitori, i nonni, gli zii… luoghi dell’anima dove si è costruita parte della mia identità.

Veniamo a FAVOLA.

Tre anni fa io e il mio compagno d’arte Davide Giglio (artista cofondatore con me della Piccola Compagnia della Magnolia, nata nel 2004) abbiamo chiesto a Fabrizio Sinisi di scrivere un testo sul ricordo e sulla trasformazione, sul risveglio dal sonno come momento ciclico – e potenzialmente eretico – di cambiamento. Abbiamo parlato a lungo con Fabrizio di noi due, del nostro passato, del rapporto che ci lega e del teatro che ci traduce.

Poi il tempo di tutti si è bloccato a lungo a causa della pandemia, trasformando i muri di casa propria in un recinto collettivo. In quella condizione Fabrizio ha setacciato il materiale umano assorbito, e lo ha spostato nel territorio meraviglioso e autonomo della sua scrittura poetica.

Così è nato FAVOLA, tragedia da camera contemporanea i cui protagonisti sono G e D, una coppia chiusa in una stanza: lei ha dimenticato tutto, ha rimosso qualcosa di terribile, sepolto tra le pieghe di un dolore inaccettabile; lui invece sa tutto, è il regista di questo esperimento condiviso ogni sera con il pubblico, ricorda ogni dettaglio e cerca di trasportare lei in un viaggio di riacquisizione della coscienza. In questo palcoscenico-mondo G e D incarnano delle funzioni, metateatralmente sono macchine di un immaginario tanto crudele quanto liberatorio.

Questa “piccola” storia personale dei protagonisti è una cornice scatenante che allaccia un’opera in cinque atti (un prologo, tre sogni, un epilogo) dove il braccio maestro è un teatro politico poeticamente incastonato nella tragedia dei perdenti, di coloro che – nella grande Storia – scompaiono affinché sorga una nuova civiltà, in una parata inarrestabile di diseguaglianze.

Mi sembra che il viaggio di lei e lui sia un po’ la storia dell’umanità, un percorso claudicante di due esseri umani attraverso l’esistenza; un tentativo di resistenza, tra reale e possibile.

Il palco diventa un laboratorio per esperimenti e lo schermo che domina la scena apre la porta sull’ignoto, sul caos visionario e fantastico, arbitrario e illogico che tutti ci concediamo quando stiamo sognando: è un gran teatro del mondo severamente affacciato su un barocco postmoderno e fiammeggiante.

E poi dietro a tutto questo gran costrutto ci siamo anche noi, attori azzoppati dal sistema, figli che scavano nei ricordi, possibilità che arrivano dal futuro, donne che faranno la differenza, amori che si trasformano, desideri inauditi, paure bambine…

Per il nostro gruppo di lavoro FAVOLA è stato anche un viaggio metodologico per capire come lavorare un teatro d’arte che dichiari i suoi mezzi senza pretendere l’illusione nello spettatore di oggi, col fine ultimo di provare ad abbattere muri. Per stare più vicini e provare a dirsi qualcosa di autentico”.

LO SPETTACOLO

Una donna e un uomo, chiusi in una stanza. Per qualche ragione che non viene mai nominata, non se ne può uscire. In questo spazio claustrofobico, dominato solo da un grande schermo, la donna inscena tre racconti. Tre visioni, tre sogni, ognuno dei quali si verifica in un diverso momento della storia: a Londra nel 1617, a Parigi nel 1793, nella contea di Boone nel 1856. In ogni episodio lei “G.” e il marito “D.” sono protagonisti di una violenza, una sopraffazione dell’uomo sulla donna, del potente sull’inerme. Ogni episodio è un punto di snodo della modernità occidentale, un momento chiave per capire la contraddittoria identità del presente. Ma ogni sogno è anche un enigma attraverso cui si nasconde la ferita della donna, che attraverso questi racconti prova a toccare il trauma del suo passato: una figlia, di cui fin dall’inizio viene annunciata la presenza, ma che misteriosamente non si vede mai.  

Sul palco – luogo del reale – i protagonisti G. e D. ripercorrono le favole del proprio dolore, ogni giorno, nell’arco temporale che sta tra il sonno e il risveglio. Il ponte di accesso a questa via oscura è un grande schermo: siamo dentro al cranio di G, il luogo del rimosso, della trasformazione, il setaccio della memoria di sequenze perdute.   

Il drammaturgo Fabrizio Sinisi scrive sulla pelle degli artisti Giorgia Cerruti e Davide Giglio – anime fondatrici della compagnia di teatro contemporaneo Piccola Compagnia della Magnolia – un testo abissale e visionario, poetico e politico insieme: una danza a due, un rito laico attraverso cui una giovane coppia, nello specchio della propria relazione, mette radicalmente in discussione la giustizia della società attuale.

FAVOLA è l’esperimento di un teatro politico praticato con gli strumenti della poesia.  

APPROFONDIMENTI

Chiesi ormai tre anni fa a Fabrizio di scrivere un testo per attraversare il tema dell’eresia e dell’utopia attraverso la condizione ciclica del sonno e del risveglio, inseguendo un po’ le suggestioni del Calderòn di Pasolini e dell’Orlando della Woolf.

Poi il tempo di noi tutti si è bloccato a lungo, trasformando i muri di casa propria in un recinto collettivo. Ne è nato FAVOLA, opera monumentale di Fabrizio Sinisi. I protagonisti – G. e D. – sono una coppia. Sul palco – luogo del reale – si inscena una piccola tragedia da camera contemporanea, una favola nera ambientata in una stanza della casa. Lei ha dimenticato tutto, ha rimosso qualcosa di terribile, sepolto tra le pieghe di un dolore inaccettabile; lui invece sa tutto, è il regista di questo esperimento condiviso ogni sera con il pubblico, ricorda ogni dettaglio e cerca di trasportare lei in un viaggio di riacquisizione della coscienza.

L’espediente è il sonno, dove tutti sogniamo, o dove spesso riviviamo noi stessi in altre forme, epoche, identità, alle volte più sopportabili dello specchio reale. Il ponte che dà accesso a questo viaggio catartico (posto che ricordare lo sia sempre…) è un grande schermo – luogo del rimosso, della trasformazione, del caos o setaccio della memoria di sequenze perdute.

FAVOLA ha dunque una piccola storia, una cornice scatenante che abbraccia un’opera in cinque atti (un prologo, tre sogni, un epilogo) dove il braccio maestro è un teatro politico poeticamente incastonato nella tragedia dei perdenti, di coloro che – nella grande Storia – scompaiono affinché sorga una nuova civiltà, in un ciclo inarrestabile di sopraffazione.

L’esito è una favola eretica. In FAVOLA G. e D. siamo io e il mio compagno d’arte, l’attore Davide Giglio, con cui da diciotto anni si indaga la materia teatrale. Il viaggio di lei e lui è un po’ la storia dell’umanità, un percorso claudicante di due esseri umani – chiunque – attraverso l’esistenza; un tentativo di resistenza, tra reale e possibile.

L’architettura di FAVOLA è un’osmosi tra i linguaggi specifici del palco e del video. Oggi più che mai siamo di fronte all’apoteosi dell’impalpabile. E questo attesta e conferma il trionfo anacronistico del teatro e della presenza, ma afferma anche la contemporanea necessità di soggettivare l’oggetto inquadrato per rubarne l’essenza al microscopio del cinema.

FAVOLA è per noi anche un viaggio metodologico per capire come lavorare un teatro d’arte che dichiari i suoi mezzi senza pretendere l’illusione nello spettatore di oggi, col fine ultimo di provare ad abbattere muri. Giorgia Cerruti

Piccola Compagnia della Magnolia è un’affermata compagnia di teatro contemporaneo nata nel 2004 a Torino, un gruppo di ricerca indipendente riconosciuto per l’identità artistica potente e appartata. L’ensemble, fondato da Davide Giglio – attore – e Giorgia Cerruti – direttrice artistica, attrice e regista degli spettacoli, fonda la sua ricerca sull’attore e compie una rigorosa e appassionata indagine a cavallo tra codici teatrali e ricerca, riappropriandosi dei classici o sperimentando negli ultimi lavori scritture originali e drammaturgie contemporanee. Le creazioni evidenziano una amalgama di linguaggi frutto di una bottega artigianale che riunisce regista, attori, drammaturgo, videomaker, sound-designer, scenografo. La Compagnia ha portato i propri lavori in Italia, Francia, Svizzera, Ungheria, Macedonia, Polonia, Russia. Accanto al lavoro di creazione, la Compagnia si occupa di pedagogia teatrale, conducendo laboratori per attori in Italia e in Europa e organizzando campus di alta formazione con maestri della scena internazionale.

Info e prenotazioni: https://www.teatronazionalegenova.it/info-e-biglietti/
Tel: 0105342400 – teatro@teatronazionalegenova.it
www.piccolamagnolia.it

FAVOLA
martedì 14 novembre h. 20.30 / mercoledì 15 novembre h. 20.30 / giovedì 16 novembre h. 19.30

Teatro Nazionale Genova – Sala Mercato
Piazza Gustavo Modena, 3 Genova

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